Il negligente, Venezia, Zatta, 1795

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 LISAURA e DORINDO
 
 LISAURA
 Caro signor Dorindo, eccovi il foglio.
935Il padre che di me non ha sospetto
 ieri l’ha sottoscritto e non l’ha letto.
 DORINDO
 Oh quanto di ciò godo! (Prende il foglio)
 Vedrete oggi, mia cara,
 quant’opportuno a noi fia questo foglio.
940E vedrà ser Imbroglio
 e ser Cornelio e il conte, ch’è un bagiano,
 che la biscia ha beccato il ciarlatano.
 LISAURA
 Ma quando sarà il giorno
 che potrò senza tema
945dir: «Dorindo sei mio?»
 DORINDO
 Nulla di più desio.
 Oggi se mi seconda amica sorte
 spero di divenir a voi consorte.
 LISAURA
 Lo voglia il ciel.
 DORINDO
                               Vedrete
950qual sia l’affetto mio.
 Oggi ci rivedrem. Lisaura, addio. (Parte)
 
 SCENA II
 
 LISAURA, poi AURELIA
 
 LISAURA
 Amor non dà mai pace.
 Quand’un’alma dovrebbe esser contenta,
 timore e gelosia l’alma tormenta.
 AURELIA
955Oh signora Lisaura, le son serva.
 Ella è sempre più bella e più vezzosa.
 Quando mai si fa sposa?
 LISAURA
 Ch’io sia sposa o fanciulla,
 quest’è un affar che a voi non preme nulla.
 AURELIA
960Anzi mi preme assai;
 anzi sempre bramai
 che il ciel secondo e amico
 fosse al suo cor. (Non me n’importa un fico).
 LISAURA
 Ed io bramai di core,
965per non dirvi bugia,
 che voi di questa casa andaste via.
 AURELIA
 Grazie alla sua bontà. V’andrò ma forse
 bramerà il mio ritorno
 e si ricorderà d’Aurelia un giorno.
 LISAURA
970È difficile molto.
 AURELIA
                                  Oh già si sa
 che una dama di rango non si degna
 rammentarsi di me vile ed abbietta.
 LISAURA
 Siete, Aurelia mia cara, una fraschetta.
 
    Principiai amar per gioco
975e d’amor il cor m’accesi;
 già m’alletta il dolce foco
 e maggior ognor si fa.
 
    Fra i piaceri e fra i diletti
 oggi nacque il mio tormento;
980ma d’amare io non mi pento,
 perché spero alfin pietà.
 
 SCENA III
 
 AURELIA, poi CORNELIO
 
 AURELIA
 Vedrà, vedrà la stolta
 quale sarà del simular l’effetto.
 CORNELIO
 Aurelia, ecco in un foglio
985assicurata alfin la nostra sorte.
 AURELIA
 Adorato consorte,
 voi mi date la vita.
 CORNELIO
                                     Abbiam buscato
 trentamila ducati e siamo in tre,
 diecimila de’ quai toccano a me.
 AURELIA
990Ora, se a me non riesce
 di carpirli la dote,
 poco v’importerà.
 CORNELIO
                                   Nulla mi preme.
 I diecimila li godremo insieme.
 AURELIA
 (Buon per me. Filiberto
995ora meco è sdegnato). (Da sé)
 CORNELIO
                                            Che ne dite?
 Son io di buona testa?
 AURELIA
                                           Ma il denaro
 l’avete ancora avuto?
 CORNELIO
 No, ma son qui venuto
 per farmelo contare.
 AURELIA
1000Fra tanto ci potressimo sposare.
 CORNELIO
 Ciò si fa facilmente. Ecco la mano.
 AURELIA
 Accetto il dolce invito,
 tua consorte son io.
 CORNELIO
                                      Son tuo marito.
 AURELIA
 
    Che bel contento è questo
1005sposarsi qui fra noi.
 Ma questa sera poi,
 Cornelio, come andrà?
 Oh che piacer, mio caro,
 oh che felicità!
 
1010   (Se Filiberto è in collera
 più non importa a me.
 Qualcuno sempre c’è
 che fa la carità).
 
 SCENA IV
 
 CORNELIO e poi FILIBERTO
 
 CORNELIO
 Ecco il buon Filiberto.
 FILIBERTO
1015Amico, vi son schiavo.
 CORNELIO
 Vuo’ che mi dite bravo.
 Fatt’ho l’aggiustamento.
 Tutto tutto è finito.
 FILIBERTO
                                      Oh che contento!
 CORNELIO
 Volete udir gli articoli ed i patti?
 FILIBERTO
1020Oibò.
 CORNELIO
              Legger volete
 la forma dal contratto?
 FILIBERTO
                                            Oibò.
 CORNELIO
                                                         V’intendo.
 Volete solamente
 il denaro contare?
 FILIBERTO
                                    Oibò.
 CORNELIO
                                                 Ma questo,
 signore, tocca a voi.
 FILIBERTO
1025Eh lo faremo poi.
 CORNELIO
 S’oggi non lo pagate,
 rotto è il contratto e in lite ritornate.
 FILIBERTO
 Oggi si pagherà.
 CORNELIO
                                 Saper volete
 la somma?
 FILIBERTO
                       Oibò.
 CORNELIO
                                    Ma come si farà?
 FILIBERTO
1030Oggi venite che si pagherà.
 CORNELIO
 Oggi dunque verrò da voi col conte,
 fate che le monete siano pronte. (Parte)
 
 SCENA V
 
 FILIBERTO solo
 
 FILIBERTO
 Articoli, contratti,
 legger scritture e patti,
1035oh che cosa noiosa! Palazzisti,
 avvocati, notari,
 che vocaboli amari! Oh benedetta
 la vita negligente!
 Oh che gran bella cosa è il non far niente!
 
1040   Levarsi dopo il sole
 e andar prima di quello
 nel letto a riposar,
 questa si può chiamar
 vita beata.
 
1045   Chi faticar si suole
 consuma il suo cervello
 e alfine ha da crepar.
 Compiango a lavorar
 la gente nata.
 
 SCENA VI
 
 PASQUINO, poi PORPORINA
 
 PASQUINO
1050Oh quanto mi dispiace
 avermi disgustata Porporina!
 PORPORINA
 (Oh povera meschina!
 Or son senza marito).
 PASQUINO
 (D’averla abbandonata io son pentito).
 PORPORINA
1055(Eccolo. Traditore!
 Con Aurelia attaccarsi!)
 PASQUINO
 (È qui. Crudel! Lasciarsi
 far giù da quel zerbino!)
 PORPORINA
 (Oh me infelice!)
 PASQUINO
                                   (Oh povero Pasquino!)
 PORPORINA
1060(Far la pace vorrei ma non conviene
 che la prima io sia).
 PASQUINO
 (Mi vien la fantasia
 di chiamarla ma temo un qualche oltraggio).
 PORPORINA
 (Porporina, fa’ cor).
 PASQUINO
                                       (Pasquin coraggio).
 PORPORINA
1065Compatisca, signor. (Gli passa dinanzi)
 PASQUINO
                                        La compatisco.
 Serva dove, padrona?
 PORPORINA
                                          Dove
 mi guida il piè.
 PASQUINO
                               È in collera con me?
 PORPORINA
 Parmi averne ragione.
 PASQUINO
 Io ho più ragion di lei.
 PORPORINA
1070Lei badi a’ fatti suoi, ch’io bado a’ miei.
 PASQUINO
 Bella cosa davvero!
 Lasciar per un amante il suo marito!
 PORPORINA
 Veramente polito!
 Trovarsi un’amorosa
1075e abbandonar così la propria sposa!
 PASQUINO
 L’ho fatto per vendetta.
 PORPORINA
 Ed io per far servizio alla padrona.
 PASQUINO
 Con Aurelia scherzai, credilo a me.
 PORPORINA
 Giuro ch’io non amai altri che te.
 PASQUINO
1080Dunque tu mi vuoi ben?
 PORPORINA
                                                Purtroppo, ingrato.
 PASQUINO
 Ed io son di te sola innamorato.
 PORPORINA
 Peraltro ti ho sentito...
 PASQUINO
 Ti ho veduta frattanto...
 PORPORINA
 Mi hai fatto sospirare.
 PASQUINO
                                           Ho tanto pianto!
 PORPORINA
1085Briccon, così tradirmi?
 PASQUINO
 Via facciamo la pace.
 PORPORINA
                                         Eh signor no.
 PASQUINO
 Signorsì, signorsì.
 PORPORINA
 Come la vogliam far?
 PASQUINO
                                          Facciam così. (S’abbracciano)
 
    Vita mia, mio bel tesoro,
1090per te smanio, per te moro.
 
 PORPORINA
 
 Idol mio, mio dolce amore,
 per te in sen mi brucia il core.
 
 PASQUINO
 
 Fammi un vezzo.
 
 PORPORINA
 
                                  Io non so.
 Fallo tu.
 
 PASQUINO
 
                  T’insegnerò.
 
1095   Cara, cara.
 
 PORPORINA
 
                          Bello, bello.
 
 A DUE
 
 Ahi che amor con un martello
 mi fracassa in petto il cor.
 
 PORPORINA
 
    Deh non darmi gelosia.
 
 PASQUINO
 
 Pace è fatta e pace sia.
 
 A DUE
 
1100Ho provata la gran pena!
 Ho provato il gran dolor!
 
 SCENA VII
 
 Sala.
 
 FILIBERTO, CORNELIO, LISAURA, AURELIA, uno che figura il CONTE
 
 FILIBERTO
 No no, madonna Aurelia,
 se tornate a svenir sarà tutt’uno.
 AURELIA
 Possibile, signor...
 FILIBERTO
                                    S’anco vi vedo
1105con la spuma alla bocca, io non vi credo.
 CORNELIO
 Via, signor Filiberto,
 spicciate il signor conte.
 FILIBERTO
 Quanto dice il contratto?
 CORNELIO
 Trentamille ducati.
 FILIBERTO
                                      Eh siete matto.
 CORNELIO
1110Tal è l’aggiustamento
 sottoscritto da voi.
 FILIBERTO
                                    Come!
 LISAURA
                                                   Che sento!
 CORNELIO
 Convien pagare o da una nuova lite
 sarete travagliato.
 FILIBERTO
 Io sono assassinato,
1115son mandato in malora.
 Ecco lo scrigno con le chiavi ancora.
 
 SCENA ULTIMA
 
 DORINDO, PORPORINA e PASQUINO che restano in disparte
 
 DORINDO
 Fermatevi, signor, che nulla tiene
 quel vostro bel contratto.
 Ai quanti è stipulato?
 CORNELIO
1120Stamane fu firmato.
 DORINDO
 Questo è del giorno d’ieri.
 CORNELIO
                                                  E che contiene?
 DORINDO
 Un’ampia donazione
 che fa di tutto il suo
 Filiberto alla figlia.
1125Quest’istrumento il giorno d’ieri è fatto.
 Onde non val di questo dì il contratto.
 CORNELIO
 La lite tornerà...
 DORINDO
                                Non ho paura,
 so ch’ell’è un’impostura.
 Signor, siete ingannato. (A Filiberto)
1130Cornelio e ser Imbroglio v’han gabbato.
 FILIBERTO
 Che siate benedetto! E qual mercede
 posso darvi, signor?
 DORINDO
                                       Di vostra figlia
 a me basta la mano; e voi sarete
 padron del vostro, fino che vivete.
 FILIBERTO
1135Io son contento.
 LISAURA
                                Ed io felice sono.
 DORINDO
 Donatemi la destra, il cor vi dono.
 FILIBERTO
 Aurelia, andate tosto
 fuori di casa mia.
 AURELIA
                                   Poco m’importa;
 di già son maritata.
 CORNELIO
                                       V’ingannate.
1140Se la roba non v’è più non vi voglio;
 non val l’obbligazione.
 AURELIA
 Voi mi sposaste senza condizione.
 Voglia o non voglia, alfin vostra son io.
 CORNELIO
 Ho fatto un bel guadagno da par mio.
 FILIBERTO
1145Se speraste goder, soffrite il danno;
 sopra l’ingannator cade l’inganno.
 PORPORINA
 Pietà, signor padron.
 PASQUINO
                                         Misericordia.
 FILIBERTO
 Siete qui disgraziati?
 Ancor per questa volta
1150vi siano i vostri falli perdonati.
 CORO
 
    Chi lieto giubila,
 chi tristo geme,
 chi piange e freme,
 chi lieto sta.
 
1155   Dolente è il core
 del traditore.
 Ma l’innocente
 godendo va.
 
 Fine del dramma
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 È
1160È
 È